Soncin uccide Pamela con 24 coltellate
La premeditazione
E’ un copione che si ripete a nastro quello compiuto a Pamela da Soncin, il criminale che in un anno di relazione tossica ha minacciato maltrattato leso fisicamente e psicologicamente la Genini di 29 anni morta con 24 coltellate.
Ma cosa è accaduto durante l’anno di relazione tra i due?
Quanta paura ha avuto Pamela?
Tanto da non denunciare ma solo informare l’ex fidanzato e l’amica dei pugni calci e mandando foto dei lividi?
La ragazza aveva una paura incontenibile per la sua famiglia, per la Mamma che Soncin aveva minacciato di uccidere, per la cagnolina, per la sua stessa vita e pensava di poterlo gestire, di poterlo allontanare con una civiltà che il criminale non ha mai avuto.
Senso di onnipotenza e mania di controllo senza fine di Soncin
Il senso di onnipotenza e controllo sulla vita della fidanzata era un’ossessione senza fine che il criminale Soncin ha avuto, tanto da premeditare l’omicidio anche sapendo dell’arrivo della polizia chiamata dai vicini.
Avvalersi della facoltà di non rispondere
La scena muta davanti alla magistratura è un diritto abusato che in questo caso non salverà la pelle al colpevole.
Materiale probatorio di maltrattamenti pregressi, stalking e testimonianze e flagranza di reato, premeditazione preludono a una sola parola: ergastolo!
Si sarebbe potuta salvare se avesse denunciato?
Denunciare è sempre un’azione a tutela che la persona offesa deve fare per tutelare sé stessa e anche le altre persone donne o famiglia intorno e dopo di sé.
Non possiamo dire se si fosse salvata, certo è che avrebbe avuto senz’altro una misura cautelare il Soncin che avrebbe impedito l’avvicinamento a Pamela.
Misura cautelare
Le minacce di morte, i maltrattamenti subiti nell’anno di relazione erano materiale sufficiente per bloccarlo. Pamela ha creduto di farcela da sola sebbene avesse informato amici ed ex di ciò che subiva. E da soli non possiamo farcela mai contro questi criminali. Mai!
