ULTIMA GENERAZIONE PER IL CLIMA: ATTIVISTI O ECOVADALI?

Nel mirino del governo gli attivisti di ultima generazione: cosa rischiano?

Cosa si intente per attivisti di ultima generazione? sono gruppi di giovani militanti che protestano contro la politica e la società civile per la poca attenzione riservata all’emergenza climatica. Questo il loro motto: “Il nostro non è vandalismo; è il grido di allarme di cittadini disperati e che non si rassegnano ad andare incontro alla distruzione del Pianeta e con esso della propria vita…Le opere d’arte imbrattate per l’ambiente diventano l’urlo di dolore della stessa Terra e di noi con Lei…”.

Negli ultimi periodi abbiamo assistito a numerose azioni denominate “ambientaliste” ma volte unicamente ad “imbrattare” il patrimonio artistico delle città italiane e nel mondo.

Ricordiamo in particolare:

– il  29 maggio 2022, al Louvre di Parigi un gruppo di giovani attivisti al grido di “Salviamo il Pianeta” ha lanciato una torta sulla Gioconda di Leonardo da Vinci;

– nel luglio del 2022 alla National Gallery della capitale inglese altri attivisti sono arrivati ad incollarsi al quadro The Wain di John Costable, cagionando danni alla stessa opera:

in Toscana, in provincia di Lucca, altri ambientalisti si sono incatenati con un lucchetto ad una balaustra del Teatro Puccini di Torre del Lago, durante l’intervallo dello spettacolo Madama Butterfly.

– il 3 luglio 2022 a Milano, alcuni esponenti di “Ultima Generazione” si sono incollati alla struttura che sorregge la scultura Forme Uniche della Continuità nello Spazio di Umberto Boccioni, ospite presso il Museo del ‘900;

–  il 22 luglio 2022 gli attivisti hanno agito nella Sala Botticelli degli Uffizi, a Firenze, appendendo uno striscione con la scritta “Ultima Generazione – No Gas, No carbone” per, poi, incollarsi al dipinto La Primavera di Botticelli, tuttavia protetto da un vetro.

– il 18 agosto 2022 ai Musei Vaticani due ragazzi appartenenti allo stesso gruppo Ultima Generazione si sono legati alla base della statua di Laocoonte;

– il 21 agosto 2022 gli attivisti hanno preso di mira la Cappella degli Scrovegni, nella città di Padova.

– nell’ottobre del 2022 a Londra sempre nella National Gallery il lancio di salsa di pomodoro contro l’opera “i Girasoli” di Van Gogh de parte delle ambientaliste “just stop oil”;

a Roma all’opera “Il Seminatore al Tramonto” di Van Gogh, all’interno di Palazzo Bonaparte, gli attivisti hanno lanciato una zuppa di verdure.

analoghe azioni vandaliche sono state commesse dapprima ai danni de Il pagliaio di Monet, conservato presso il Museo Barberini di Postdam, in Germania, danneggiato dal lancio di un purè di patate e, in seguito, ai danni de La ragazza con l’orecchino di perla di Vermmer, presso il Museo Mauritshuis dell’Aja;

– il 12 aprile 2023 l’ennesimo episodio, gravissimo, che ha colpito uno dei monumenti simbolo di Roma, la Fontana della Barcaccia di Piazza di Spagna per protestare contro le risorse governative destinate all’energia fossile, gli attivisti avevano svuotato nella fontana un contenitore pieno di liquido nero.

In Italia come si sta muovendo il governo contro questi ecovandali?

Chi danneggia i nostri beni culturali non può passarla liscia e va punito severamente – commentava il ministro Sangiuliano, dopo il blitz alla Barcaccia –

Il Governo propone azioni più severe per gli attivisti per il clima pensando ad un nuovo reato di “danneggiamento di beni culturali e artistici” definendo le azioni degli ultimi tempi: “una sistematica azione di vandalismo del nostro patrimonio artistico e culturale che non c’entra assolutamente nulla con la tutela dell’ambiente.

La promessa del Governo è quella di promulgare una norma che una norma che faccia pagare ai responsabili di questi danni gli interventi necessari per il ripristino dei luoghi.

Fratelli d’Italia dichiara ’guerra’ agli eco-vandali con un disegno di legge che punta a rafforzare le misure in materia di tutela del decoro, nonché le sanzioni previste dal codice penale per chi imbratta beni culturali o ambientali.

Il disegno di legge “intende rispondere a una precisa scelta di politica criminale: rafforzare ulteriormente la tutela, anticipando la soglia di punibilità, del bene giuridico protetto dalla norma, ossia la conservazione del nostro patrimonio culturale.

La bozza del testo è ancora in fase di perfezionamento ed è composta da un solo articolo, recante modifiche al decreto-legge numero 14 del 20 febbraio 2017 e all’articolo 635 del codice penale. Nel dettaglio, per chi ha riportato una o più denunce o è stato condannato – anche con sentenza non definitiva – per vandalismo o danneggiamento volontario di beni culturali tutelati, è previsto il divieto, per un minino di sei mesi ad un massimo di un anno, di avvicinarsi ad una distanza inferiore a 10 metri agli edifici sottoposti a tutela.

La trasgressione del divieto comporta una multa che va dai 500 ai 1.000 euro.

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