VITTIME DI VIOLENZA NELL’AMBITO FAMILIARE: VIOLENZA SESSUALE E MALTRATTAMENTI DELL’EX

Avvocato, sono una donna inabile al lavoro a causa dei danni causati dalle violenze sessuali e i maltrattamenti subiti dal mio ex marito. Il pubblico ministero, a seguito della mia querela, ha archiviato il caso. Posso fare opposizione alla richiesta di archiviazione?

La domanda è interessante perché proprio in questi giorni abbiamo vinto una opposizione all’archiviazione e l’ex coniuge di una nostra cliente è stato rinviato a giudizio per i reati allo stesso contestati, avendo ravvisato le prove raccolte, come prove cospicue al riguardo.

IL CASO

Nel caso in esame una donna vittima di violenza familiare sporgeva una querela per violenza sessuale e maltrattamenti a carico dell’ex coniuge. Il procedimento veniva, però, archiviato sebbene fossero state fornite le prove, da parte dei testimoni e dei medici, dello stato di prostrazione della donna e conseguenti danni connessi ai comportamenti maltrattanti, quali il danno post traumatico da stress complesso documentato con una Relazione della ASL.

Proponevo, così, opposizione alla richiesta di archiviazione del pubblico ministero con prosecuzione delle indagini e la vincevo con una ordinanza strutturata e altamente motivata, dove il Magistrato rilevava l’assenza di consenso da parte della persona offesa e, addirittura, evidenziava la pervicace volontà maltrattante del soggetto agente. Veniva fissata udienza predibattimentale ed il Magistrato provvedeva con decreto per la prosecuzione del processo.

L’UDIENZA PRELIMINARE

All’udienza predibattimentale, il Tribunale Penale di Roma, accogliendo le richieste del nostro studio, ha ritenuto che sussistesse una “ragionevole previsione di condanna” e ha imposto la prosecuzione del giudizio, in quanto le indagini effettuate hanno consentito di raccogliere un insieme di prove gravi, precise e concordanti a carico dell’imputato che, con riguardo ai fatti contestati e alle persone imputate, hanno consentito di prevedere la concreta probabilità di un futuro giudizio di responsabilità.

Dunque, la raccolta di “indagini complete”, raccolta valutata di “obiettiva consistenza” così come evidenziate nelle motivazioni dell’opposizione accolta, ha consentito di prevedere in una valutazione di insieme la idoneità a provare i fatti con la conseguente alta e concreta probabilità di un giudizio di responsabilità dei fatti a carico dell’imputato.

Con una “ragionevole previsione di condanna” ed hanno imposto la prosecuzione del giudizio.

Si allega il decreto del Tribunale di Roma

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