A cura dell’Avv. Maria Luisa Missiaggia e dell’Avv. Maria Giulia Fenoaltea.
Il mio ex compagno è molto aggressivo e parla male di me a mia figlia. Come posso proteggerla?
IL NOSTRO CASO
Una donna si è rivolta al nostro studio, per le continue violenze subite da parte dell’ex compagno. Quest’ultimo, continuava a perseguire la signora, nonostante le denunce esposte e la conseguente pendenza del procedimento penale per atti persecutori a suo carico con emissione della misura cautelare del divieto di avvicinamento alla signora. In particolare l’uomo usava la figlia quale intermediaria per insultare la mamma con telefonate di vero turpiloquio. Lei è una troia, puzza che sta facendo? Questo era il tenore.
Il nostro studio legale, a seguito del mandato, ha promosso un ricorso al Tribunale civile di Roma, il quale, in via immediata ed urgente, ha disposto una consulenza tecnica d’ufficio (CTU). L’esame del CTU era volto a valutare le competenze genitoriali delle parti, la qualità della relazione psicologica della figlia minore con le figure genitoriali, nonché lo stato di benessere psicologico della figlia.
Le operazioni peritali, iniziate nel febbraio 2020, si sono svolte anche tramite incontri via Skype fra le parti ed i loro legali, e si sono concluse nell’ottobre del 2020.
LA DECISIONE DELLA CTU
Durante tali indagini, lo psicologo scelto dal Tribunale di Roma, ha rilevato l’incapacità dell’ex compagno della nostra cliente a gestire i conflitti emotivi con la stessa, nonché la difficoltà di relazionarsi con la minore in modo costruttivo.
Viceversa, nel rapporto con la madre, la minore ha mostrato di avere nella una figura di riferimento valida, poiché la donna privilegia l’accoglimento delle iniziative di gioco della figlia.
Alla luce di tali considerazioni, la CTU ha, quindi, suggerito l’affidamento esclusivo alla madre dando disposizioni al Servizio Sociale per un adeguato e prolungato periodo di incontri protetti padre/figlia. Gli incontri protetti, verranno protratti sino a che il padre non riesca, anche attraverso un percorso di sostegno psicoterapeutico individuale, a modificare i suoi comportamenti disfunzionali.
COSA SONO GLI INCONTRI PROTETTI?
Gli incontri protetti, possono essere disposti sia dal Tribunale per i Minorenni che dal Tribunale Civile, su suggerimento dei servizi sociali e riguardano i minori per i quali l’Autorità Giudiziaria ha disposto particolari misure di tutela e protezione per i minori.
Lo scopo dell’intervento dei servizi sociali è quello di far perseguire, in modalità vigilata, il rapporto fra i genitori ed i figli, individuando una modalità di frequentazione che, pur assicurando il costante contatto, non metta a rischio la salute psicofisica dei minori.
Con tale modalità di visita genitori-figli, si cerca di operare un “bilanciamento degli interessi di pari rango costituzionale: ossia quello alla tutela della bigenitorialità di cui all’art. 30 della Costituzione e 8 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo, e quello alla tutela della salute, fondato sull’articolo 32 della Costituzione.
Il luogo dell’incontro protetto è all’interno di uno “Spazio Neutro” o in altri luoghi richiesti dall’autorità giudiziaria per esigenze specifiche.
All’interno dello spazio dove si svolgeranno gli incontri genitori/figli, è presente l’equipe multidisciplinare, composta da assistente sociale, psicologo ed eventualmente educatore, i quali, sulla base delle specifiche necessità stabiliscono le modalità, la durata e la frequenza degli incontri protetti.
Conclusioni
Come #avvocato matrimonialista mi sento di suggerire: “Quando c’è una situazione di abuso ed uso del minore anche solo psicologico come nel caso di specie, è opportuno intervenire con velocità per evitare che i comportamenti abusanti vengano considerati normali dal bambino e anche per far si che ci sia una vera protezione da parte del genitore vittima delle condotte abusanti nei confronti del figlio. Solo attraverso un’azione veloce e competente da parte della persona che subisce, possiamo intervenire a tutela dei più piccoli.
Come in questo caso dove la mamma si è affidata al nostro Studio Legale Missiaggia ed ha ricevuto tutela con la bambina”.