Codice rosso: eccellente l’idea di una corsia preferenziale per i reati di violenza contro le donne.

Una corsia preferenziale per le denunce, indagini più rapide sui casi di violenza alle donne e l’obbligo per i pm di ascoltare le vittime entro tre giorni.
Questi gli obiettivi del disegno di legge ‘Codice rosso’, a cui hanno lavorato i ministri Alfonso Bonafede e Giulia Bongiorno, che ieri è stato approvato dal Consiglio dei ministri.

È giusto dire che quello di ieri è il terzo tentativo, in pochi anni, con cui si cerca di scuotere gli apparati di pubblica sicurezza e quelli investigativi: ci provò il governo Letta nel 2013, inserendo la violenza domestica tra i reati a trattazione prioritaria, insieme a terrorismo e crimine organizzato. E ancora prima, nel 2010, il Csm aveva emanato una direttiva per chiedere a Procure e Tribunali di organizzare sezioni specializzate. Niente da fare.

Quello approvato ieri ha come programma quello di avviare con maggiore tempestività i procedimenti penali riguardanti casi di violenza sulle donne e garantire strumenti più efficaci sia per l’adozione di provvedimenti cautelari sia per attuare misure di prevenzione a sostegno delle vittime.

Nello specifico si propone la modifica dell’articolo 347 del codice di procedura penale (Acquisita la notizia di reato la polizia giudiziaria, senza ritardo, riferisce al pubblico ministero, per iscritto, gli elementi essenziali del fatto e gli altri elementi sino ad allora raccolti, indicando le fonti di prova e le attività compiute, delle quali trasmette la relativa documentazione art. 347 c.p.p.) stabilendo l’obbligo della polizia giudiziaria di comunicare immediatamente al pubblico ministero le notizie di reato acquisite se riguardano maltrattamenti contro familiari e conviventi, violenza sessuale aggravata e non, atti sessuali con minori, corruzione di minori, violenza sessuale di gruppo, stalking, lesioni personali aggravate, commessi in contesti familiari o di convivenza.

Obiettivo del progetto di legge è quello di evitare che le donne siano uccise mentre attendono il giudizio contro l’uomo che le perseguita, dunque è necessario che le pratiche giudiziarie non finiscano in un cassetto ma che abbiano la priorità assoluta.

Così il ministro Bonafede, in conferenza stampa, ha riassunto la legge: “Quando una donna si rivolge allo Stato e alle forze di Polizia per denunciare una violenza che sta subendo, in quel momento quella circostanza e quella donna devono avere una corsia preferenziale, perché a volte anche un giorno può essere determinante per salvare la vita di quella donna.”.

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http://studiodonne.it/2016/08/24/femminicidio-curare-il-maltrattante-una-garanzia-in-piu-per-la-donna/

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