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Posso ridurre l’assegno di mantenimento per i miei figli se guadagno meno?

“Avvocato, ho difficoltà economica…non posso più sostenere il mantenimento per i miei figli stabilito due anni fa dal giudice. Oggi, a causa di una malattia, non faccio più orario lavorativo a tempo pieno con conseguente riduzione del mio stipendio. Posso chiedere, in corso di causa, la modifica dell’importo dell’assegno?”.

Riduzione dello stipendio giustifica la modifica

La domanda del nostro cliente ci dà l’opportunità di esporre due casi che hanno visto protagonista il nostro studio con due esiti diametralmente opposti.

Qualora nel corso del processo sopraggiungano giustificati motivi, ovvero riduzioni di stipendio, malattie e cause impreviste o imprevedibili, infatti, è possibile che il giudice valuti la riduzione (o l’aumento in caso di miglioramento delle condizioni economiche) dell’assegno di mantenimento per il coniuge o per i figli.

La riduzione dello stipendio può essere considerato un giustificato motivo?

Ricordiamo a chi legge che il giudice della separazione o del divorzio, nello stabilire la somma dell’assegno, si baserà sostanzialmente sui vostri redditi attuali, oltre ad un’altra serie di parametri come, ad esempio, per quanto riguarda l’assegno per i figli, il regime di frequentazione tra i genitori.

È ovvio che, se il reddito dovesse scendere sino a ridursi in maniera significativa, quel provvedimento, preso quando il reddito del genitore obbligato era ben maggiore, non potrebbe più ritenersi equo.

Dunque, la riduzione dello stipendio è sicuramente un elemento nuovo che potrebbe incidere tanto da indurre il giudice a modificare l’importo dell’assegno precedentemente stabilito, come d’altronde già chiarito anche in questo articolo

https://studiodonne.it/2024/04/26/no-alla-modifica-o-riduzione-degli-assegni-se-non-vi-sono-riduzioni-di-reddito-o-miglioramenti-di-chi-percepisce/

E se al mio ex aumenta il reddito?

In un recente caso che ha interessato il nostro studio il reddito mensile del marito della nostra cliente è balzato da € 2.000,00 a € 50.000,00.

Come è stato possibile?

Ebbene il marito era socio di una società che, nel corso dell’assemblea, decideva di distribuire una quantità considerevole di utili societari.

Nonostante il processo fosse quasi terminato, prontamente lo studio Missiaggia depositava un’istanza di modifica volta a revisionare il precedente provvedimento del magistrato.

Era ovvio, infatti, che l’assegno per i figli adolescenti di soli € 800,00 non poteva più considerarsi proporzionato alle nuove risorse del padre, esponenzialmente aumentate. Di contro, inoltre, la nostra cliente continuava a chiedere prestiti per far fronte alle esigenze dei due ragazzi.

Sulla scorta di quanto dal nostro studio rilevato, il giudice ha ritenuto equo il versamento, da parte del padre, di € 2.500,00 mensili per i figli oltre all’80% delle spese straordinarie. ordinanza del 19 settembre 2024

E se peggiorano le condizioni della ex più ricca del coniuge… cosa accade?

Dall’esito opposto invece il caso di un’altra cliente che, come chi ci scrive, aveva ridotto sensibilmente il proprio stipendio a causa del passaggio dalla libera professione di medico ad essere dipendente di una ASL. Tale cambiamento era giustificato dal fatto di doversi occupare delle esigenze dei figli ancora molto piccoli. La madre chiedeva dunque l’aumento dell’assegno per i figli a carico del padre che, tra l’altro, non vedeva i minori da oltre otto mesi.

Ebbene in quel caso il giudice ha ritenuto di non dover decidere immediatamente rimandando ogni valutazione in sede di decisione finale. Ha comunque ordinato sia alla madre che al padre di depositare le proprie dichiarazioni dei redditi aggiornate.

L’accordo la soluzione migliore

Quale esperienza possiamo trarre da queste due vicende simili ma con un esito molto differente? Come è possibile che, nonostante entrambi i processi fossero alle battute finali, nel primo caso ci sia stata una risposta veloce e concreta mentre nell’altro non c’è stata una valutazione immediata della difficoltà economica che stava sostenendo la nostra cliente?

L’esperienza trentennale nel diritto di famiglia di studio Missiaggia ci ha ormai insegnato che, ove possibile, la decisione migliore è sempre il vostro accordo.

È ovvio che un accordo è fatto inevitabilmente di compromessi ma una sintesi di ciò che ognuna delle parti crede sia giusto è, la maggior parte delle volte, preferibile rispetto a delegare la decisione ad un terzo che potrebbe anche decidere di non decidere affatto.

E intanto i tempi del processo si allungano e i figli restano con risorse misere che non tengono conto della sproporzione reddituale venutasi nel frattempo a creare tra i genitori.

Il nostro studio ha siglato moltissimi accordi anche quando le posizioni delle parti in causa sembravano inconciliabili.

Chiedere che sia il giudice ad intervenire con una modifica non è sempre la soluzione migliore. È preferibile, a fronte di un peggioramento della vostra condizione economica trovare una soluzione condivisa con il vostro ex coniuge con l’assistenza di un professionista della famiglia esperto. Sempre che la parte avversa sia disponibile a usare il buon senso.

Un buon accordo, infatti, permette ai genitori di sotterrare l’ascia di guerra e restituisce ai figli l’immagine di due adulti in grado di concordare la scelta migliore per la famiglia.

 

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