Madre sfratta i figli quarantenni da casa perché non contribuiscono

Salve avvocato, mio figlio ha ormai più di quarant’anni e continua ad abitare a casa da me. All’inizio non era un problema, anzi mi faceva anche piacere, ma adesso, nonostante abbia un’occupazione e lavori, non collabora minimamente nelle faccende di casa e non contribuisce minimamente alle spese. Cosa posso fare?

Iniziamo dicendo quali sono i doveri si un genitore nei confronti del proprio figlio? Partendo dalla Costituzione, l’articolo 30 ci spiega come: “E’ dovere e diritto dei genitori mantenere, istruire ed educare i figli, anche se nati fuori del matrimonio”. Anche a livello di Codice Civile, l’articolo 147 afferma: “Il matrimonio impone ad ambedue i coniugi l’obbligo di mantenere, istruire, educare e assistere moralmente i figli, nel rispetto delle loro capacità, inclinazioni naturali e aspirazioni (…)”.

Ma fino a che punto si spingono questi obblighi? L’articolo 337 septies c.c. stabilisce come sia obbligatorio per il genitore mantenere il proprio figlio, anche se maggiorenne, fino al raggiungimento dell’indipendenza economica. Dunque, l’obbligo di mantenere ed aiutare il proprio figlio non cessa immediatamente al raggiungimento della maggiore età, ma ha bisogno del verificarsi di determinate condizioni. È importante aggiungere però, che tale obbligo di contribuire, da parte del genitore, non può protrarsi per sempre; viene meno nel momento in cui il figlio fosse nella posizione di rendersi economicamente autosufficiente e non ne abbia colpevolmente approfittato (vuoi saperne di più sul mantenimento dei figli maggiorenni? Leggi anche – https://studiodonne.it/2022/01/31/limiti-al-mantenimento-dei-figli-maggiorenni/ ). Non si vuole, dunque, che il contributo assistenziale dei genitori possa essere sfruttato senza alcun tipo di scadenza da quei figli che vanno poi ad approfittarsi della gentilezza e della benevolenza della propria madre e del proprio padre.

Un caso particolarmente interessante vede una madre, donna di 75 anni, rivolgersi al tribunale per ottenere l‘allontanamento forzato dai propri figli adulti, rispettivamente di 42 e 40 anni, dalla residenza materna. Alla base della richiesta della donna c’era il fatto che i due figli non avessero mai partecipato alle spese della residenza familiare e non avessero offerto alcun contributo alle faccende domestiche. La casa materna era stata essenzialmente trasformata in un alloggio simile a un hotel.

Il Tribunale di Pavia, rilevando che i due figli avessero ormai passato l’età adulta da molto tempo e che entrambi avessero un lavoro che ne garantiva il sostentamento, ha stabilito che: “l’obbligo di mantenimento gravante sulla genitrice, non appare oggi più giustificabile (…) i due resistenti sono soggetti ultra-quarantenni”. In conseguenza alla sentenza del tribunale, i due figli saranno tenuti a lasciare l’abitazione materna entro il 18 dicembre.

La sentenza del Tribunale di Pavia, quindi, conferma come l’obbligo di assistenza da parte dei genitori verso i figli adulti non debba essere indefinito, ma vada di pari passo con l’indipendenza economica degli stessi.

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