Cronaca choc… Leggi cosa succede se una relazione è malata.

Bimbo ucciso dalle botte!

Pugni, schiaffi e perfino bastonate. Un bimbo di 7 anni morto sul divano, la sorellina di 8 ferita e probabilmente massacrata di botte e un terzo fratellino, di 4 anni, fortunatamente illeso. È questa la scena raccapricciante che si sono trovati davanti gli agenti di Polizia di Afragola intervenuti in una abitazione in provincia di Napoli a seguito della segnalazione di alcuni vicini.

La dinamica e le cause del decesso del bimbo sono ancora da accertare, ma secondo le prime ricostruzioni #TonyEssobti, di soli 24 anni, nato in Italia da genitori tunisini, si sarebbe accanito con una foga inaudita sui due figli della compagna, #ValentinaDasi, una 30enne napoletana – uccidendo il maschietto e lasciando in fin di vita la sorellina, adesso fortunatamente fuori pericolo. Sembra che la compagna Valentina non fosse in casa al momento dell’aggressione e che al suo ritorno il compagno le abbia raccontato che i bimbi erano caduti dalle scale. Dopo un lungo interrogatorio l’uomo ha confessato di aver esagerato un po’ con le botte quando i piccoli, giocando, hanno “spaccato la sponda di un letto”. Un danno da niente:dichiara l’uomo, attualmente in stato di fermo, “Ma per noi era stato un sacrificio comprare quella cameretta, avevamo fatto sforzi enormi, e quando ho visto che cosa era successo mi sono infuriato.

E lui, invece di chiamare i soccorsi (chiamati dai vicini) , ha chiamato la sorella per spiegarle che aveva esagerato.

Ma chi è Tony Essobti?

Nato in Italia da padre tunisino e madre italiana, di professione ambulante. È stato tolto alla madre in tenera perché questa aveva problemi con l’alcool.

E la madre dei tre minori, che ruolo ha in questa macabra vicenda?

In una prima fase aveva detto di non essersi accorta di nulla, ma poi – secondo quanto riportato dal Corriere della Sera– avrebbe detto: “Sembrava indiavolato“. Le indagini comunque proseguono per appurare eventuali responsabilità della madre dei bambini la quale, pare, non abbia chiamato i soccorsi sottovalutando l’accaduto a cui forse era abituata.

La domanda che in questa vicenda sorge spontanea è: sarà stato un caso isolato, o queste situazioni sono sempre successe in quella piccola casa rinchiusa di quattro mura dove qualche ora fa si è spezzato il futuro di una piccola creatura indifesa di soli 7 anni?

Se così non fosse, perché Valentina Caso non ha mai segnalato alle autorità competenti questi problemi? I vicini raccontano di una coppia tranquilla, non avevano problemi, tanto che il sindaco del paese ha dichiarato che non erano presso alcun servizio sociale della zona. Eppure viene difficile pensare che il gesto fatto dal compagno fosse il primo…ed aimè anche l’ultimo visti i risvolti.

Cosa ha spinto la mamma ad evitare di denunciare il compagno violento?

Spesso la vittima di violenza anche indiretta (madre di figli abusati) non protegge i propri figli perché non conosce l’importanza e gravità dei gesti a cui si è abituata in una sorta di anestesia. E poi l’errata convinzione che lo Stato sia assente nella protezione.

https://studiodonne.it/2018/03/01/cisterna-latina-tragedia-strage-familiare-due-bambine-uccise-dalla-violenza-del-padre-luigi-capasso/

Se una mamma o un papà, un genitore diciamo, vuole proteggere dalla violenza del/la convivente il figlio, il Tribunale per i minorenni supporta vaglia fa indagini. Il Tribunale può disporre l’allontanamento solo qualora ritenga che i minori a rischio o qualora stiano vivendo una situazione di forte sofferenza. Vengono allontanati con urgenza solo in casi molto gravi, insieme alla mamma quando è possibile.

Il piccolo Giuseppe era nato dal precedente matrimonio di Valentina, e analizzando la situazione, si presume che il giudice abbia collocato il piccolo (e la sorellina) alla mamma in un affidamento condiviso.

Non conosciamo le notizie della precedente separazione, o se Valentina fosse sposata o solo convivente.

E’ chiaro che per essersi unita ad una persona violenta a tal modo, dovesse avere anche lei problematiche legate a codipendenza e scarsa autonomia affettiva.

Dice l’Avv. Maria Luisa Missiaggia “I segnali della violenza non sono mai improvvisi e quotidianamente possono essere riconosciuti. Le donne devono imparare ad amarsi respingendo fragorosamente ogni avvisaglia per evitare i casi patologici irrimediabili come questo.” E ancora “Condividete il vostro disagio con persone capaci di ascoltarvi e risolvere tirandovi fuori dal buio”.

 

 

 

 

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