L’AVVOCATO MISSIAGGIA OSPITE DI UNICUSANO
Il caso di Evan Lo Piccolo ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana.
Evan, un bambino di appena un anno e mezzo, è morto il 17 agosto 2020 nell’ospedale di Modica a causa delle percosse subite dal compagno della madre.
L’Avvocato Maria Luisa Missiaggia è intervenuta in diretta streming su Unicusano e ha parlato della vicenda giudiziaria e del ruolo delle istituzioni nelle situazioni di disagio familiare che coinvolgono i minori.
A che punto è la vicenda giudiziaria sull’omicidio del piccolo Evan?
La madre di Evan, Letizia Spatola, e il suo compagno, Salvatore Blanco, erano stati inizialmente condannati all’ergastolo per omicidio e maltrattamenti. Blanco è accusato di essere l’autore delle violenze fisiche che hanno portato alla morte del bambino, mentre Spatola avrebbe assistito senza intervenire.
Tuttavia, nel febbraio 2025, la Corte di cassazione ha annullato le condanne con rinvio per un nuovo giudizio.
Quali sono i motivi dell’annullamento delle condanne?
Siamo in attesa delle motivazioni della sentenza, tuttavia il legale della signora Spatola aveva evidenziato che il perito, nel processo di appello, aveva accertato la semi-infermità mentale della madre, che sarebbe stata soggiogata dal compagno tanto da ignorare le sue condotte violente. Le sue azioni pertanto potrebbero essere state determinate da un disturbo patologico. Per Blanco il rinvio alla Corte d’Appello di Catania è stato disposto per decidere se sussiste la circostanza aggravante del rapporto di discendenza.
Le condanne all’ergastolo sono dunque sospese in attesa di queste ulteriori valutazioni.
Ci sono stati dei segnali che sono stati ignorati dalle istituzioni?
Prima dell’omicidio di Evan erano stati segnalati episodi di maltrattamento: il bambino era stato portato più volte al pronto soccorso con lividi e contusioni e i medici si erano prontamente attivati con segnalazione e denuncia. I servizi sociali erano stati coinvolti, ma le misure adottate non sono state evidentemente sufficienti a prevenire i maltrattamenti sfociati poi nell’uccisione del piccolo.
La famiglia viveva in un ambiente caratterizzato da degrado sociale e difficoltà economiche. Questo contesto ha probabilmente contribuito a rendere più difficile l’identificazione tempestiva e la gestione adeguata della situazione da parte delle istituzioni.
Il padre biologico del piccolo Evan aveva denunciato la situazione di abuso?
Il padre del bambino avrebbe denunciato i sospetti di abusi alle autorità competenti senza però ottenere un intervento efficace.
Nella mia esperienza professionale ho affrontato un caso simile. Il nuovo compagno della madre aveva provocato una lesione al figlio del mio assistito. Oltre ad agire in sede penale ho richiesto al Tribunale per i Minorenni il collocamento e l’affidamento del minore al mio assistito. Non so se questo è stato fatto anche nel caso del piccolo Evan ma sicuramente bisogna agire su più fronti per allontanare i minori dalle situazioni di abuso.
Quali riflessioni possiamo trarre dal caso del piccolo Evan?
Questo caso evidenzia alcune criticità nel sistema di protezione dei minori.
Nonostante le segnalazioni del padre e dei medici, le autorità non sono riuscite a intervenire in modo tempestivo. I Servizi sociali, le forze dell’ordine e il sistema giudiziario devono agire in modo sinergico per proteggere i minori.
Gli operatori coinvolti, e mi riferisco anche agli avvocati e ai magistrati, devono essere adeguatamente formati per riconoscere i segnali di abuso e agire prontamente.