“Gentile Avvocato, mio marito mi ha tradito e lo ha fatto con una nostra amica e collega di lavoro di entrambi. Questo mi sta causando molti problemi, lui addirittura si fa vedere a pranzo e nei corridoi abbracciato a lei…pur vivendo ancora a casa con me. Mi sento ferita nella mia dignità!”
I comportamenti illeciti posti in essere da un familiare nei confronti di un altro possono comportare danni sia patrimoniali che non patrimoniali.
Questi prendono il nome di danni endofamiliari.
Cosa si intende per condotte illecite?
Le condotte illecite si verificano quando un familiare viola obblighi legali o morali previsti dal codice civile, come quelli relativi al mantenimento, all’educazione o alla cura dei figli previsti dagli artt. 147 e 148 c.c. o agli obblighi coniugali previsti dall’art. 143 c.c..
In particolare, il dovere di fedeltà non si limita alla sola astensione da relazioni extraconiugali, ma include il rispetto della fiducia reciproca e della dignità dell’altro coniuge.
Quali danni potrebbero essere prospettati nel caso di specie?
Nel caso della nostra cliente la violazione dell’obbligo di fedeltà da parte del marito le sta comportando notevoli problemi. Lui si fa vedere in atteggiamenti affettuosi con un’altra sul posto di lavoro condiviso con la moglie, con la quale oltretutto ancora convive, il che fa pensare ad una separazione non ancora ufficializzata. Questa è una condotta che, proprio per le sue modalità umilianti, come l’ostentazione pubblica della relazione extra coniugale, offende la dignità del coniuge.
La giurisprudenza italiana riconosce da tempo il diritto al risarcimento del danno non patrimoniale se la violazione ha leso diritti costituzionalmente protetti, come la dignità, l’onore o anche la salute del coniuge tradito. Sempre nel caso di specie la condotta del marito potrebbe aver comportato un danno psicologico e da stress rilevante che potrebbe essere valorizzato in giudizio. Tuttavia, il risarcimento non è automatico e richiede che il comportamento lesivo superi la normale soglia di tollerabilità e causi un danno ingiusto.
L’addebito della separazione comporta automaticamente un risarcimento del danno?
No, l’addebito della separazione è un istituto giuridico distinto e non è detto che comporti un risarcimento economico e ne avevamo già parlato qui (https://studiodonne.it/2021/09/17/si-puo-chiedere-il-risarcimento-del-danno-in-caso-di-addebito-della-separazione/).
Prendiamo il caso dell’infedeltà coniugale: per dichiararsi l’addebito deve essere dimostrato che il tradimento ha direttamente causato la crisi matrimoniale e reso impossibile la convivenza. Conseguenze dell’addebito più rilevanti: impossibilità di richiedere un mantenimento per sé ed esclusione dalla successione del coniuge tradito.
Se poi tale comportamento ha leso anche la salute fisica o mentale dell’altro può dar luogo a un risarcimento per danno endofamiliare.
Insomma, mentre l’addebito si concentra sulla responsabilità per la crisi matrimoniale, il danno endofamiliare mira a tutelare i diritti fondamentali dei familiari da comportamenti gravemente lesivi e proprio per questo una domanda di risarcimento può anche prescindere del tutto da una richiesta di addebito.
Il risarcimento del danno si può chiedere nell’ambito del giudizio di separazione?
È una questione molto dibattuta ma la giurisprudenza tende a distinguere i due giudizi, anche oggi che, grazie alla Riforma Cartabia, le domande risarcitorie per illeciti endofamiliari rientrano nel nuovo processo di competenza del giudice della famiglia.