ASSEGNO DI MANTENIMENTO E REDDITI IN NERO

L’assegno di mantenimento è un tema cruciale nel diritto di famiglia, specialmente quando si tratta di valutare la capacità reddituale dei coniugi. La recente sentenza della Cassazione civile n. 32349 del 2024 offre spunti significativi per analizzare l’impatto dei redditi in nero sulla determinazione dell’assegno di mantenimento. Questo articolo esplorerà le implicazioni legali di tale sentenza, contestualizzandola nel quadro normativo e giurisprudenziale attuale.

Contesto Normativo

Il giudice, per quantificare l’assegno di mantenimento spettante al coniuge debole, deve accertare il tenore di vita della coppia durante la convivenza, che di conseguenza condiziona la qualità e la quantità delle esigenze del richiedente, accertando le disponibilità patrimoniali dell’onerato. La Cassazione ha ribadito che, per stabilire l’importo dell’assegno, è necessario considerare tutti i redditi disponibili, compresi quelli non dichiarati.

 

Implicazioni della sentenza della Cassazione n. 32349 del 2024

La sentenza n. 32349 del 2024 ha chiarito che la capacità economica del coniuge obbligato a versare l’assegno può essere dedotta anche da elementi indiziari, come il tenore di vita osservato e le spese sostenute, che possono suggerire l’esistenza di redditi in nero.

La Corte ha affermato che, se un coniuge vive in modo agiato pur dichiarando redditi modesti, si può presupporre l’esistenza di ulteriori fonti di reddito non dichiarate. Questo approccio induttivo consente ai giudici di valutare la reale situazione economica delle parti coinvolte

Prove e Indagini

Per dimostrare l’esistenza di redditi in nero, è possibile ricorrere a diverse modalità:

  • Indagini private: Investigazione di natura privata utilizzata sia per raccogliere prove sul reale tenore di vita e sia per accertare l’esistenza di eventuali redditi del coniuge onerato derivanti da lavoro nero. L’investigatore dovrà poi essere chiamato a testimoniare su queste circostanze nel processo.
  • Prove testimoniali: Dichiarazioni da parte di terzi che possano attestare la capacità reddituale non dichiarata.
  • Intervento della polizia tributaria: Il giudice, ma anche la parte interessata, può richiedere indagini fiscali per accertare i redditi occultati.

Conclusioni

La sentenza n. 32349 del 2024 rappresenta un importante passo avanti nella giurisprudenza riguardante l’assegno di mantenimento e i redditi in nero. Essa sottolinea infatti la necessità di un’analisi approfondita delle capacità reddituali dei coniugi, considerando anche i redditi non dichiarati. Per gli avvocati specializzati in diritto di famiglia, è fondamentale essere consapevoli di queste dinamiche per tutelare adeguatamente i diritti dei propri assistiti. In sintesi, il lavoro in nero può influenzare significativamente le decisioni relative all’assegno di mantenimento, rendendo essenziale un’approfondita indagine sulla situazione economica delle parti coinvolte.

 

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