L’affidamento dei figli in caso di iperprotettività materna

Salve Avvocato, mi sto separando da mia moglie e sono particolarmente preoccupato per l’iperprotettività che lei ha nei confronti di nostro figlio. Credo sia decisamente troppo apprensiva e non permette che ci sia un sano sviluppo del ragazzo. Cosa succede in questi casi? Posso fare qualcosa a riguardo?

L'affidamento dei figli in caso di iperprotettività materna
L’affidamento dei figli in caso di iperprotettività materna

L’iperprotezione manifestata da uno dei genitori può costituire un elemento determinante nei procedimenti giudiziari che riguardano l’affidamento dei figli in caso di separazione o divorzio. Tale atteggiamento, se protratto eccessivamente, può influenzare negativamente lo sviluppo psicofisico del minore, richiedendo una valutazione attenta da parte del giudice affinché sia assicurato il migliore interesse del bambino. La sentenza della Cassazione del 7 febbraio 2024 n. 3465, fornisce importanti linee guida su come affrontare tali situazioni e stabilire l’affidamento in modo equo e adeguato.

Analizzando, infatti, attentamente, le dinamiche familiari e le capacità genitoriali di entrambi i coniugi, è emerso che la madre manifestava un atteggiamento iperprotettivo nei confronti del figlio, limitando la sua autonomia e influenzando negativamente il suo sviluppo psicofisico. Al contrario, il padre è stato valutato come più flessibile e in grado di favorire una crescita equilibrata del minore. La Corte ha ritenuto che la collocazione del bambino presso il padre fosse preferibile, poiché tale soluzione garantiva un contesto più adatto alle esigenze del minore e al suo corretto sviluppo.

Questa decisione è stata presa sulla base di quello che è stato ritenuto essere il benessere del minore; la Cassazione ha, infatti, sottolineato che: “Il criterio fondamentale, cui deve attenersi il giudice a mente dell’art. 337-ter, comma 2, cod. civ. nell’adottare i provvedimenti relativi alla prole, è costituito dall’esclusivo interesse morale e materiale della prole, il quale, imponendo di privilegiare la soluzione che appaia più idonea a ridurre al massimo i danni derivanti dalla disgregazione del nucleo familiare e ad assicurare il migliore sviluppo della personalità del minore, richiede un giudizio prognostico circa la capacità del singolo genitore di crescere ed educare il figlio, da esprimersi sulla base di elementi concreti attinenti alle modalità con cui ciascuno in passato ha svolto il proprio ruolo, con particolare riguardo alla capacità di relazione affettiva, nonché mediante l’apprezzamento della personalità del genitore”.

 

L'affidamento dei figli in caso di iperprotettività materna
L’affidamento dei figli in caso di iperprotettività materna

 

Gli Ermellini hanno anche, ovviamente, sottolineato come rimanesse di uguale importanza che il minore continuasse ad avere un rapporto sano con la madre aggiungendo: “Giova, poi, sottolineare come la Corte di merito abbia accompagnato questa determinazione con l’individuazione di un regime di visita giudicato idoneo a garantire il mantenimento di una continuità di relazione fra il bambino e la madre”.

 

Questa sentenza fornisce, dunque, importanti indicazioni per i casi in cui uno dei genitori manifesta comportamenti iperprotettivi. Innanzitutto, sottolinea come sia fondamentale valutare attentamente le capacità genitoriali di entrambi i coniugi, caso per caso, concentrandosi sul miglior interesse del bambino. Inoltre, evidenzia la necessità di adottare soluzioni equilibrate che tengano conto delle specifiche dinamiche familiari e delle esigenze del minore.

 

 

Per i genitori coinvolti in situazioni simili, è fondamentale comprendere che un eccessivo controllo e protezionismo nei confronti del figlio potrebbero avere conseguenze negative sul suo sviluppo.

È quindi consigliabile cercare un equilibrio tra protezione e autonomia, favorendo la crescita e l’indipendenza del minore.

 

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