VIOLENZA SESSUALE E MALTRATTAMENTI DEL CONIUGE

Mio marito mi obbliga a pratiche sessuali che non voglio e mi svilisce come donna se non lo faccio. Cosa posso fare?

A cura dell’Avv. Maria Luisa Missiaggia

Posso denunciarlo? Se mi separo a cosa ho diritto?

Alla prima domanda rispondo senz’altro con un sì.

La denuncia per maltrattamenti ex art. 582 cp e per violenza sessuale ex art. 609 ter cp è fondata se vi sono le prove atte a dimostrare le vessazioni e gli svilimenti del coniuge nei confronti dell’altro.

È il caso di una nostra cliente che si rivolge allo studio per vedersi riconosciuti i danni derivanti dalle angherie del suo coniuge da cui decide di separarsi. La signora, vessata e maltrattata in cura presso psichiatri per i danni subiti nel matrimonio dal coniuge, avvia una separazione giudiziale per vedere riconosciuto un assegno di mantenimento e poi l’addebito.

Cosa è accaduto nel penale?

Nel penale, dopo un’ingiusta archiviazione, abbiamo ottenuto, con l’opposizione accolta, un’imputazione coatta per maltrattamenti e violenza sessuale a carico dell’ex coniuge nei confronti del quale il PM deve formulare l’imputazione per art. 572, 609 bis e ter.

Motivazioni

Il Giudice ha ritenuto che “i continui svilimenti del coniuge nei confronti della donna, costanti e continui, non riflettessero la fase critica della separazione ma rappresentassero una modalità sistematica relazionale improntata alla volontà pervicace di imporre un asservimento dell’altra. Con abusi nella sfera sessuale rispetto ai quali gli eccessi lessicali desumibili dalla messaggistica non possono essere considerati meno gravi denotando invece una oggettivazione della partner quale destinataria inerme, in una parola “suddita”.

Nel civile sicuramente tali maltrattamenti e abusi connessi al comportamento del coniuge rappresentano il presupposto di un addebito con responsabilità e assegno di mantenimento in favore della donna che, a causa delle vessazioni, ha ottenuto anche una invalidità per la quale non lavora.

Conclusioni

price-02

Nel processo penale ci costituiremo parte civile e chiederemo i danni per quanto accaduto ritenendo tuttavia che lo stato di prostrazione in cui versa la donna è continuativo e non ha trovato conclusione ancora. Siamo tuttavia soddisfatti che la Magistratura in questa prima fase abbia riconosciuto la gravità dei comportamenti del violento troppo spesso sminuiti e illegittimamente considerati voluti anche dalla persona offesa.

CLICCA QUI PER UNA CONSULENZA ONLINE 
su questo ed altri argomenti.

Chiama Ora