MANTENIMENTO – REDDITO DI CITTADINANZA E SOVVENZIONI STATALI

A cura dell’Avv. Maria Luisa Missiaggia e dell’Avv. Maria Giulia Fenoaltea

 

Avvocato buongiorno, mia figlia maggiorenne percepisce delle sovvenzioni da parte dello stato, devo comunque corrisponderle il mantenimento?

Questa vicenda trae origine dalla richiesta di un padre che, chiedeva di revocare il mantenimento per la figlia maggiorenne, la quale percepiva nello specifico il reddito di cittadinanza.

L’uomo si è rivolto al nostro studio molto preoccupato per la reazione della ragazza, benché egli vivesse in ristrettezze economiche pur di permettere alla figlia uno stile di vita dignitoso.

Questa figlia aveva compiuto 33 anni, era laureata e non riusciva a reperire un lavoro adeguato alle sue capacità. La ragazza aveva rifiutato molte offerte di lavoro che non la soddisfavano, poiché forte di poter contare sul mantenimento del padre che le garantiva la somma di € 500,00 mensili. Inoltre, non doveva supportare spese abitative poiché risiedeva dalla madre che si occupava di tutte le spese più rilevanti, quali utenze ecc..

Il tema in oggetto è sempre attuale ed interessante difatti, i giudici, molteplici volte sono stati chiamati a decidere sul punto, statuendo, in linea generale, che nessun genitore può essere obbligato a mantenere un figlio “fannullone”, ragione per cui sussiste un obbligo in capo ai figli di fare quanto in loro potere per diventare economicamente indipendenti, con la conseguenza che, se il mancato raggiungimento dell’indipendenza dipende da loro colpa, il genitore non sarà più tenuto a mantenerli ( ex multis. Cass. civ. 8 novembre 2021, n. 32406).

Abbiamo quindi spiegato al nostro cliente che, benché la figlia divenuta maggiorenne ha diritto al mantenimento a carico dei genitori, questo vale unicamente se, ultimato il prescelto percorso formativo scolastico, dimostri di essersi adoperata effettivamente per rendersi autonomo economicamente, impegnandosi per trovare un’occupazione in base alle opportunità reali offerte dal mercato, se del caso ridimensionando le proprie aspirazioni, “senza indugiare nell’attesa di una opportunità lavorativa consona alle proprie ambizioni”. Questo è l’orientamento maggioritario della nostra giurisprudenza (cfr. Cassazione civile, sez. I, 25 luglio 2022, n. 23132), pertanto la ragazza nel caso di specie, avendo rifiutato molte proposte perché ritenute non “consone”, non avrebbe diritto al mantenimento da parte del padre.

Anche dopo tali spiegazioni il nostro cliente si sentiva in difficoltà nel chiedere la revoca del mantenimento alla figlia.

Successivamente il padre ci ha specificato che la figlia percepiva anche il reddito di cittadinanza, a quel punto abbiamo palesato al nostro cliente che l’assegno di mantenimento per sua figlia non era legittimo ed abbiamo fatto ricorso al Tribunale per revocarlo.

COME SI SONO ORIENTATI I GIUDICI A RIGUARDO?

La Cassazione, senza parlare di reddito di cittadinanza, bensì di sovvenzioni statali in generale, ha stabilito a chiare lettere che: “misure come il reddito di cittadinanza potrebbero cancellare l’assegno di mantenimento, favorendo una maggiore autonomia e indipendenza dei figli dai genitori, nonostante le difficoltà economiche e lavorative. Infatti, come ha rimarcato la sentenza un figlio (o figlia) di genitori divorziati, che ha ampiamente superato la maggiore età, pur non essendo economicamente autosufficiente, non può soddisfare l’esigenza a una vita dignitosa mediante un assegno versato dal genitore per sempre” (cfr. Cass. 29264/2022).

 

 

Ebbene nel caso esaminato dalla Corte, pur trattandosi di un contesto svantaggiato quale quello del Sud Italia, la figlia prossima ai trent’anni deve cercare di provvedere al proprio mantenimento anche tramite richiesta di ausilio statale e non usufruendo unicamente dell’assegno del genitore.

In conclusione, il figlio ha il diritto di essere mantenuto dai genitori, tuttavia tale diritto non può essere una “scusa” per non attivarsi nel reperire un’attività lavorativa, tantomeno il contributo al mantenimento dei figli maggiorenni può essere aggiunto a sovvenzioni statali quali il reddito di cittadinanza.

 

 

 

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