A cura dell’Avv. Maria Luisa Missiaggia e dell’Avv. Maria Giulia Fenoaltea.
Come faccio a capire se sono un genitore idoneo?
Il codice di procedura civile all’art. 61, consente al giudice di farsi assistere, per il compimento di singoli atti o per tutto il processo, da uno o più consulenti di particolare competenza tecnica, individuati in base alla materia oggetto del giudizio.
Nei procedimenti di natura familiare, questo meccanismo, sta diventando una prassi in tutti i casi in cui il giudice necessita una valutazione della capacità genitoriale, ed al fine di determinare le modalità di affidamento ed i tempi di frequentazione con i loro figli.
È chiaro che il giudice, per assolvere tali compiti dovrà rivolgersi ad esperti quali, uno psicologo, uno psichiatra ovvero un neuropsichiatra infantile.
CHE SIGNIFICA IDONEITÀ GENITORIALE?
Il concetto di idoneità genitoriale è contenuto nell’articolo 337 ter c.c. il quale stabilisce che: il figlio minore ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con ciascuno dei genitori, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambi e di conservare rapporti significativi con gli ascendenti e con i parenti di ciascun ramo genitoriale.
Pertanto, quando in un giudizio di separazione ovvero di affidamento dei figli naturali, si chiede l’accertamento della idoneità genitoriale, il CTU dovrà necessariamente fondare l’indagine partendo dalla norma summenzionata.
Tuttavia dal punto di vista psicologico, l’idoneità genitoriale si fonda sulla personalità del genitore e sulle sue capacità psicologiche di svolgere la funzione genitoriale.
Viceversa, sotto il punto di vista prettamente giuridico, un genitore idoneo è colui che si dimostra capace di rispettare i diritti del figlio nei casi di disgregazione del nucleo familiare.
Ebbene, questa differenza concettuale ha creato confusione nell’ambito delle indagini tecniche dei procedimenti familiari.
COSA SI CERCA CON LA CTU IN AMBITO FAMILIARE?
Nella maggior parte delle ctu viene svolta una accurata valutazione della personalità di entrambi i genitori, attraverso diagnosi medica/psicologica, e l’utilizzo di test psicologici di personalità, quali ad esempio: Rorschach, MMPI, STAI, , Test della Famiglia, Test della Figura Umana,ecc.
Il ctu, al termine di detti esami, deposita nella cancelleria del tribunale la propria relazione, alla quale il giudice si attiene, con le conclusioni che spesso indicano ai genitori di seguire un percorso con una psicoterapia familiare e una psicoterapia individuale per i genitori.
Tuttavia, ci si chiede se una valutazione positiva, ad esempio del test di Rorschach, implica necessariamente l’idoneità genitoriale.
Ebbene la risposta al quesito è spesso negativa, ed infatti, è necessario che il CTU concentri le sue attività peritali soprattutto sulle relazioni fra i membri della famiglia, prevedendo gli incontri congiunti fra gli stessi.
L’approfondimento della personalità del genitore, anche tramite i citati test, dovrebbe essere prescritto dai quesiti del giudice solo in un secondo momento, ossia quanto ci sia il chiaro sospetto di psicopatologia che possa pregiudicare le capacità genitoriali.
COSA SAREBBE OPPORTUNO VERIFICARE CON LA CTU IN AMBITO FAMILIARE?
Alla luce di quanto esposto, è chiara la necessità di un cambio di prospettiva nelle consulenze tecniche in ambito familiare.
Difatti, le indagini psicologiche dovrebbero indagare sul punto di vista dei figli, e sulla loro salute psicofisica: l’idoneità genitoriale dovrebbe, quindi, partire sempre dal figlio.
In altre parole, il Tribunale dovrebbe concentrarsi non tanto sulla la personalità del genitore, bensì ma le loro condotte pregiudizievoli per i figli.
La maggior parte degli psicologi/psicoterapeuti iscritti all’albo dei CTU del tribunale, ritengono che la capacità genitoriale non deve essere confusa con la personalità dei genitori, difatti, la capacità genitoriale è un concetto che non si riferisce all’aspetto psicologico, bensì è un concetto giuridico, pertanto non è possibile stabilire l’idoneità genitoriale attraverso un diagnosi clinica.
Secondo gli esperti, questo è un sistema distorto che crea confusione e, di conseguenza, risposte giudiziali poco adeguate ed efficaci nell’interesse del figlio.
Alla luce di quanto esposto, il CTU dovrebbe valutare se i diritti del figlio siano tutelati dai genitori anche attraverso una valutazione dello stato di salute del figlio e non basandosi sulla personalità del genitore, pertanto sarebbe auspicabile un quesito del giudice al CTU anche su questo aspetto.