La comunione legale come funziona? Quando si scioglie?

A cura dell’ Avv. Maria Luisa Missiaggia e dell’Avv. Maria Giulia Fenoaltea.

Sono in regime di comunione legale e mi sto separando, quando posso iniziare a fare acquisti senza che cadano nella comunione?

I Clienti di Studiodonne si rivolgono ai professionisti dello studio per tutelare la proprietà dei loro potenziali acquisti in seguito alla separazione.
Di seguito riportiamo le domande più frequenti poste dai nostri clienti e le nostre risposte.
Cosa dice la legge?
La comunione legale è il regime patrimoniale della famiglia in forza del quale i beni acquistati durante il matrimonio diventano di proprietà di entrambi i coniugi. Pertanto, anche se è intervenuto solo un coniuge all’atto di acquisto, per disporre del bene acquisito è sempre necessario il consenso di entrambi.
Per legge, in mancanza di una scelta diversa dei coniugi (ossia quando non optano per la separazione dei beni), la comunione legale si costituisce automaticamente al momento del matrimonio
Ma facciamo un po’ di chiarezza basandoci sui principi dettati dagli artt. 177 e ss del Codice Civile.
Esistono due tipologie di comunione legale dei beni.
La comunione dei beni cd. “immediata” che riguarda: gli acquisti compiuti dai coniugi insieme o separatamente durante il matrimonio, le aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite dopo il matrimonio, gli utili e gli incrementi delle aziende gestite da entrambi i coniugi e costituite prima del matrimonio.
Si parla, invece, di “comunione de residuo” per i soli beni che residuano al momento dello scioglimento della comunione legale, nella quale vengono ricompresi: i frutti dei beni propri di ciascuno dei coniugi, i proventi dell’attività separata di ciascuno dei coniugi, le aziende gestite da uno dei coniugi e costituite dopo il matrimonio, gli incrementi delle aziende gestite da uno dei coniugi e costituite prima del matrimonio.
Infine, vanno menzionati i beni che, invece, non entrano a far parte della comunione, ossia beni personali di ciascun coniuge che restano di loro proprietà. In quest’ultima categoria rientrano i beni di cui ciascun coniuge era proprietario prima del matrimonio, i beni acquistati dopo il matrimonio per effetto di donazione o successione, i beni di uso strettamente personale di ciascun coniuge, i beni che servono all’esercizio della professione del coniuge, i beni ottenuti a titolo di risarcimento del danno, la pensione per perdita della capacità lavorativa, i beni acquistati con il prezzo del trasferimento di beni personali o con il loro scambio.
Come si amministra la comunione legale dei beni, posso decidere io per tutti e due?

L’amministrazione dei beni della comunione spetta ad entrambi i coniugi, ma nello specifico, il Codice chiarisce che: gli atti di ordinaria amministrazione possono essere compiuti separatamente da ciascun coniuge, mentre quegli atti di straordinaria amministrazione devono essere compiuti congiuntamente da entrambi i coniugi.

Come funziona se mio marito si indebita e siamo in comunione legale dei beni?
In caso di debito, bisogna distinguere come è stato contratto.
I beni della comunione ne rispondono direttamente, sia quando si tratta di obbligazioni contratte separatamente dai coniugi, ma nell’interesse della famiglia, sia in caso di obbligazioni contratte congiuntamente dai coniugi.
Tuttavia, per le obbligazioni contratte separatamente dai coniugi, per interessi estranei alla famiglia, i beni della comunione ne rispondono solo in un secondo momento, “sussidiariamente”; ciò significa che i creditori devono in via principale soddisfarsi sui beni personali del coniuge che ha contratto il debito, e solo se non riescono a soddisfare il loro credito, possono aggredire i beni in comunione.
Mi voglio separare da mia moglie, come e quando si scioglie la comunione legale?
Il codice, con l’art. 191 c.c., disciplina varie ipotesi di scioglimento della comunione dei beni, che di seguito elenchiamo: la morte di uno dei coniugi, il fallimento di uno dei coniugi, l’annullamento, scioglimento o cessazione degli effetti civili del matrimonio, la separazione personale e la scelta della separazione dei beni un momento successivo al matrimonio.
Va rilevato, infine, che la legge 55/15, ha apportato alcune rilevanti novità anche in tema di scioglimento della comunione.
Oggi, infatti, i tempi per lo scioglimento della comunione legale si sono sensibilmente ridotti.
Per la separazione giudiziale, la comunione si scioglie automaticamente nel momento in cui il giudice, all’udienza presidenziale, autorizza i coniugi a vivere separati.
Per la separazione consensuale, il momento dello scioglimento è quello della sottoscrizione del verbale di omologa.
Infine, per la separazione tramite negoziazione assistita da avvocati, ancora non c’è univocità di pensiero; difatti, per parte della dottrina, essa si scioglie nel momento della sottoscrizione dell’accordo certificata dagli avvocati, tuttavia, secondo altri, si scioglie al momento del nulla osta del Pubblico Ministero. Pertanto, per precauzione, noi consigliamo ai nostri clienti di considerare sciolta la comunione unicamente in quest’ultimo caso.
In ogni caso, la grande novità è che non bisogna più attendere il passaggio in giudicato della sentenza di separazione.

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