Divorzio breve, nella Capitale il primo caso a tempo di record.
Forse il cambio di passo è tutto in quel commento di uno dei due protagonisti della vicenda: «Oggi, mi sento un’altra persona. Da questa esperienza è iniziato un percorso di rinascita». È la signora Giulia a parlare così serenamente. Come quando si esce da un momento buio, di difficoltà. Da un amore che ci fa ormai vivere male e non essere più noi stessi. La signora è appena stata accompagnata dall’avvocato Maria Luisa Missiaggia alla conclusione, potremmo dire soft, del suo matrimonio. Sono gli effetti della recentissima legge sulla negoziazione assistita, la numero 55 del 2015, secondo la quale per lo scioglimento degli effetti civili del matrimonio bastano solo sei mesi.
Dirsi addio in tre ore
L’avvocato Missiaggia, presidente di Studiodonne, è stata la prima a Roma a presentare, alla fine di novembre dello scorso anno, una convenzione di negoziazione assistita per lo scioglimento degli effetti civili del matrimonio e a richiedere, poi, la trascrizione all’ufficio dello Stato civile, appena dopo pochi giorni dall’entrata in vigore della legge numero 162 del 2014. Tutto questo in sole tre ore. E ora si ritrova ad aver deposto, ancora a tempo di record, una convenzione di separazione assistita per lo scioglimento degli effetti civili del matrimonio.
Nessun dolore, si spera
«La nostra non è una gara di velocità, ma un modo per guardare alla separazione ed al divorzio come un’occasione per costruire un futuro nuovo», fanno sapere dallo Studiodonne. Aggiunge Missiaggia: «Sarebbe sbagliato considerare il tempo di una separazione come un momento di dolore su cui sostare troppo». Ricordiamo che per dirsi addio, a seguito della nuova legge sul divorzio, occorrono sei mesi, se la separazione è stata consensuale, o al massimo un anno, se è stata giudiziale. E il conto alla rovescia parte da quando i due coniugi si presentano davanti al presidente del Tribunale.
Cosa accade in presenza di coppie con figli
Ma quando ci sono i figli, cosa accade? È proprio il caso della signora Giulia e di suo marito, separati con tre figli. A tal proposito è interessante il pensiero di Angelo, l’ex marito della signora: «Decidere coscienziosamente di percorrere strade diverse, non vuol dire lasciare alle spalle affetto e rispetto nei confronti dell’ex partner: queste cose permangono per tutta la vita». E su queste si basa la possibilità per entrambi i genitori di seguire i figli. «Sono più di dieci anni che credo nelle separazioni a basso conflitto, dove i bambini non sono strumenti nelle mani di genitori immaturi: divorziare insieme significa rispetto di noi stessi e dei propri figli, se ci sono», conclude Missiaggia.