«Avvocato, ho saputo che il mio ex marito ha ricevuto una consistente eredità dopo la separazione. Questo può influire sull’assegno di mantenimento che mi versa? Posso chiedere una revisione?»
«È una domanda che spesso mi viene posta. La risposta non è così semplice come potrebbe sembrare. La giurisprudenza più recente ha chiarito che sì, lasciti ereditari e donazioni possono incidere sulla misura dell’assegno, ma, ovviamente, non si tratta di un automatismo. Vediamo insieme come si muove la legge e quali sono i criteri che il giudice applica.»

Il quadro normativo e i principi di base
L’assegno di mantenimento ha la funzione di garantire al coniuge economicamente più debole un tenore di vita che sia il più possibile simile a quello goduto durante il matrimonio. Per questo motivo, la valutazione delle condizioni economiche delle parti deve essere complessiva e aggiornata, tenendo conto non solo dei redditi ma anche del patrimonio e di eventuali sopravvenienze rilevanti.
Non è raro che, dopo la separazione, uno dei coniugi, possa ricevere un’eredità o una donazione che va a modificare sensibilmente la sua situazione patrimoniale. Ma la vera domanda che spesso ci si pone è: “questo evento può giustificare una revisione dell’assegno?”
A questa domanda risponde la giurisprudenza più recente
La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 17037 del 25 giugno 2025, ha fornito un chiarimento importante: «Nella valutazione complessiva delle condizioni economiche delle parti, rilevano anche le donazioni e le eredità sopravvenute, in quanto idonee a modificare l’equilibrio patrimoniale tra i coniugi e a incidere sulla misura dell’assegno di mantenimento.»
Questo significa che il giudice non può ignorare un lascito ereditario significativo, che può cambiare radicalmente la capacità contributiva di uno dei coniugi. È bene ribadire però che non tutte le eredità o donazioni hanno lo stesso peso: è necessario valutare il loro reale impatto economico, considerando anche eventuali oneri o difficoltà legate alla gestione del patrimonio ricevuto.
Come si applica nella pratica

Quando si presenta una richiesta di revisione dell’assegno basata su un lascito o una donazione, il giudice valuta diversi aspetti:
- Il valore effettivo e la liquidità del patrimonio acquisito;
- La sostenibilità economica complessiva delle parti;
- L’incidenza del nuovo patrimonio sull’equilibrio economico tra i coniugi.
È importante sottolineare che la revisione non è automatica: chi chiede la modifica deve fornire prove concrete e documentate del cambiamento della situazione patrimoniale.
Quali sono le conseguenze?
Se il coniuge obbligato riceve un’eredità consistente, il beneficiario può chiedere un aumento dell’assegno, dimostrando che la nuova situazione consente un maggior contributo. Al contrario, se è il beneficiario dell’assegno a ricevere un lascito rilevante, l’altro coniuge può chiedere la riduzione o la revoca dell’assegno stesso, sempre a condizione che si dimostri un effettivo riequilibrio economico.
L’assegno di mantenimento, infatti, non è un mero importo fisso, ma uno strumento dinamico che deve rispecchiare la situazione concreta delle parti.
Per chi opera nel settore, questo significa mantenere alta l’attenzione sulle variazioni patrimoniali e reddituali, per garantire che le decisioni giudiziarie siano sempre e comunque improntate a criteri di equità e giustizia sostanziale.
In definitiva, il lascito ereditario, quando rilevante, non può essere trascurato: diventa un elemento imprescindibile per assicurare che l’assegno di mantenimento risponda davvero all’equilibrio tra le parti e al principio di tutela del coniuge più debole.
