SESSO E SOCIAL CHALLENGE: LA SEX ROULETTE CHE DILAGA SU TIKTOK

Missiaggia: rischi per gli adolescenti e per le piattaforme online che diffondono video

Roulette russa dei giovanissimi. Tra le sfide che passano sui social network è arrivata la challenge su Tik Tok. Un subdolo messaggio invita all’iscrizione ad una chat privata cui segue l’appuntamento con il sesso in appartamenti o aree esterne discrete per consumare rapporti completi e non protetti. Una “gara” che coinvolge giovanissimi con il rischio di rimanere incinta o essere a contatto di malattie.

SESSO E SOCIAL CHALLENGE: LA SEX ROULETTE CHE DILAGA SU TIKTOK
SESSO E SOCIAL CHALLENGE: LA SEX ROULETTE CHE DILAGA SU TIKTOK

In stato interessante a soli quattordici anni per sex roulette, Un’adolescente romana vittima del social-gioco su Tik Tok.

 

Chi rimane incinta perde il gioco?

“Il rischio per i minori è molto alto” – afferma l’Avvocato Maria Luisa Missiaggia, titolare dello Studio Legale Missiaggia & Partners di Roma – “Questa challenge è un affronto alla persona. Le ragazze di età anche minore espongono il loro corpo a malattie e conseguenze gravissime anche per gravidanze indesiderate. L’aborto non è più una scelta, ma una necessità sempre che venga praticato visti i soggetti.  E, poi, ci sono i danni a lungo termine sulle adolescenti, soprattutto se vengono diffusi sui social i video di questi festini. Quando si realizza che con la diffusione via web si è perso il controllo della situazione, subentra il senso di spaesamento con ripercussioni psicologiche gravi”.

In cosa consiste la challenge?

I ragazzi vengono reclutati sui vari canali social o di messaggistica come Telegram per partecipare a dei festini dove si fa sesso tra persone sconosciute, il tutto senza preservativo. Per rendere queste sfide ancora più estreme, tra i partecipanti vengono reclutate anche persone sieropositive. Le ragazze devono poi mostrare il test di gravidanza per dimostrare di non essere rimaste incinte. Alcune ragazze minorenni americane, dopo aver partecipato a questa challenge, hanno mostrato il test di gravidanza sulla piattaforma Tik Tok ed è proprio per questo che si è cominciato a parlarne in Italia, anche a livello istituzionale.

Cosa attrae gli adolescenti a partecipare alla sfida?

“Queste sfide si rivolgono ai minori che ovviamente non sono pienamente liberi di ragionare e quindi di scegliere consapevolmente” – precisa l’Avvocato Missiaggia – “C’è il Il confronto con i propri pari che li spinge ad accettare qualsiasi sfida che sia di moda pur di farsi accettare ed essere visti notati. E, poi, c’è il fattore la solitudine. Genitori sempre più impegnati ed assenti e che non sono in grado di cogliere i segnali del disagio dei loro figli, spesso anche gravi”.

Le piattaforme che divulgano questo genere di sfide commettono un reato?

“Rischiano moltissimo, ma sulla carta” – dice il legale – “ricordiamo che diffondere video a contenuto esplicito di minori è un reato previsto dall’art. 600 ter del Codice penale. cNei fatti però questi grandi colossi del web non pagano quasi mai. Si preferisce agire sulla prevenzione con giornate nelle scuole dedicate ai ragazzi per il corretto utilizzo dei social. È importante ma non basta. Instagram e Facebook spesso bloccano subito questi contenuti espliciti ma il problema è che nella messaggistica Whatsapp o Telegram questi video corrono veloci senza alcun controllo e il rischio di emulazione tra i giovani è molto alto”.

In particolare, Telegram è spesso al centro delle polemiche, soprattutto quando si parla del reato di revenge porn che consiste nella diffusione di foto e video hard senza il consenso di chi vi compare.

“Il fondatore di Telegram, Pavel Durov, è stato arrestato lo scorso agosto dalla polizia francese” – spiega l’Avv. Maria Luisa Missiaggia – “proprio a causa del mancato controllo della sua piattaforma che non contrasta minimamente la diffusione di video pedopornografici”.

Reati anche per chi scarica video hard con minori?

“Gli utenti che utilizzano Telegram per scaricare video hard con protagonisti minori e, quindi, anche i video dei festini della challenge non restano impuniti” – sottolinea Maria Luisa Missiaggia – “Innanzitutto, si configura il reato di detenzione di materiale pedopornografico ex art. 600 quater c.p.; una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 36572/2023) ha stabilito che anche il semplice far parte di gruppi Telegram dediti allo scambio di questo materiale costituisce il reato di detenzione, anche se l’utente non lo ha materialmente scaricato”.

 

Va specificato che Telegram non collabora minimamente con la Polizia Postale nel fornire i dati degli utenti coinvolti in questi reati.

 

“Qui torna il tema della prevenzione ma basterà?” – si domanda l’Avvocato Missiaggia – “I minori sono soggetti deboli, non si rendono pienamente conto dei pericoli se non dopo che il danno è fatto. Io penso che ci vogliano sanzioni molto più sostanziose per questi grandi colossi del digital che ragionano solo in termini di business e non rispettano il Digital Service Act, regolamento europeo che si occupa di moderare i contenuti su tutte le piattaforme anche a tutela dei minori. Se il profitto è l’unico termine con cui ragionano allora che si colpisca al cuore!

 

CLICCA QUI PER UNA CONSULENZA ONLINE 
su questo ed altri argomenti.

Chiama Ora