A cura dell’Avv. Maria Luisa Missiaggia e dell’Avv. Maria Giulia Fenoaltea
Avvocato buongiorno, ho trasferito molto denaro a mia moglie durante il matrimonio, ma successivamente ho scoperto che mi ha tradito, posso recuperare quei soldi??
Buongiorno, prima di rispondere alla domanda, occorre fare qualche breve premessa, poiché il nostro ordinamento, consente di revocare le donazioni indirette per “ingratitudine”.
Vediamo cosa significa.
Innanzitutto, capiamo cosa è una donazione indiretta. Trattasi di un atto di liberalità con il quale il donante si impoverisce arricchendo il donatario, senza attuare lo schema contrattuale della donazione. In altre parole, la donazione indiretta è una donazione eseguita senza atto pubblico ossia senza il notaio. Il classico esempio di donazione indiretta è quando un soggetto dona ad un altro i soldi necessari per comprare un bene mobile o immobile, come un’abitazione. Un altro esempio è quello del padre che salda il debito contratto dal figlio.
Pertanto, il trasferimento di ingenti somme di denaro alla coniuge per consentirle di comprarsi un bene, è una donazione indiretta.
L’ingratitudine è la situazione in cui il donatario si dimostra ingrato nei confronti del donante.
L’articolo 801 del codice civile prevede 4 casi di “ingratitudine”, ossia quando il donatario:
- abbia commesso uno dei comportamenti che comportano l’indegnità a succedere per come elencati dall’articolo 463 del Codice civile;
- si sia reso colpevole d’ingiuria grave verso il donante;
- abbia dolosamente arrecato grave pregiudizio al patrimonio del donante;
- abbia rifiutato indebitamente gli alimenti al donante.
I motivi di revoca della donazione per ingratitudine previsti dal nostro codice non riportano il tradimento bensì l’ingiuria; ma il tradimento rientra in un comportamento ingiurioso?
La Cassazione ha mai stabilito qualcosa sul punto?
La recentissima ordinanza della Corte di Cassazione del 20 giugno 2022 n. 19816 ha accolto la revoca di una donazione indiretta fra coniugi a causa del grave tradimento del marito della donante.
In questa vicenda, la moglie nel corso degli anni aveva eseguito molteplici trasferimenti di denaro al marito che, secondo i giudici, erano stati effettuati, per puro spirito di liberalità, con denaro e beni provenienti dall’eredità devoluta dal padre della moglie.
Viceversa, il marito non aveva disponibilità economiche sufficienti tali da consentirgli di effettuare gli investimenti mobiliari e immobiliari, intrapresi con i denari della moglie.
Sul punto, la Corte dopo aver chiarito che, il tradimento di per sé non può essere valutato alla stregua di un’ingiuria, ha dedotto che sono le modalità che possono qualificarlo come tale.
In particolare, nel caso sottoposto all’esame della corte, la gravità dell’ingiuria consisteva nel fatto che la relazione extraconiugale era stata intrattenuta con la moglie del fratello della donante e dalla circostanza che l’adulterio era iniziato e si era consumato anche all’interno dell’azienda di famiglia.
Per questi motivi la Corte, nel caso esposto, ha stabilito che: “ai fini della corretta applicazione dell’art. 801 c.c., sussiste ingiuria grave verso il donante nel caso di adulterio maturato all’interno del nucleo familiare ristretto dei due coniugi e sviluppatosi nella cornice di un comune ambiente lavorativo. Siffatte circostanze, infatti, valgono a connotare in termini di gravità l’offesa all’onore patita dalla moglie (donante) e ad evidenziare, nel marito (donatario), un atteggiamento di non curanza e di assenza di rispetto nei confronti della dignità della donna”.
CONCLUSIONI
Dopo tali premesse, si può rispondere alla domanda nei seguenti termini.
In linea di principio un tradimento non legittima un’azione di revoca della donazione, tuttavia, se l’adulterio si è consumato con particolare gravità, tale da ledere anche l’onore e la reputazione del donante si può procedere.
Nel suo caso, prima di intentare un’azione giudiziaria, si deve iniziare una trattativa con sua moglie per cercare recuperare i soldi con un accordo.
In secondo luogo, falliti i tentativi di accordo, ed analizzando scrupolosamente la gravità del tradimento, si può procedere con l’azione di revoca della donazione indiretta.
È fondamentale valutare con il legale la fondatezza dell’azione giudiziaria, per evitare di iniziare un giudizio “già perso” e venire condannati anche al pagamento delle spese.