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Se un figlio, ancora minorenne si trasferisce all’estero per motivi di studio, il genitore non convivente può chiedere la riduzione o la revoca del mantenimento?

Avvocato, mio figlio minorenne si è trasferito all’estero per motivi di studio e io, che rimarrò in Italia, desidero sapere se posso chiedere la riduzione o la revoca dell’assegno di mantenimento.”

È chiaramente una situazione piuttosto complessa. Ovviamente viene coinvolto il diritto del genitore non convivente a una revisione del contributo economico, ma anche e soprattutto il diritto del minore a un adeguato sostegno. Analizziamo insieme il quadro normativo, la giurisprudenza più recente e le conseguenze pratiche di tale domanda.

Quali sono le basi dell’ordinamento?

L’articolo 337-ter del Codice civile stabilisce che entrambi i genitori hanno l’obbligo di mantenere, educare e istruire il proprio figlio in modo proporzionale alle rispettive capacità economiche. Tale principio impone la tutela dell’interesse superiore del minore, il quale deve poter godere di un sostegno adeguato alle sue esigenze materiali e morali.

Il trasferimento del figlio minorenne all’estero per motivi di studio è una circostanza che indubbiamente modifica l’assetto familiare e può influire sui costi effettivi da sostenere. Tuttavia, questa nuova realtà va sempre misurata con l’attenzione che merita il diritto del minore a ricevere un sostegno adeguato e proporzionato.

La Cassazione indica la via: una riduzione possibile ma equilibrata

Con l’ordinanza n. 18954 del 10 luglio 2025, la Corte di cassazione ha chiarito un punto centrale:

«La riduzione del mantenimento può essere ammessa, ma solo se proporzionata sia alle mutate esigenze del figlio che alla reale situazione economica dei genitori, senza compromettere il diritto del minore ad un adeguato sostegno

Questa pronuncia sottolinea come il diritto del minore a un tenore di vita adeguato vada salvaguardato anche di fronte a trasferimenti all’estero, ma riconosce la possibilità che le spese effettive e il quadro economico dei genitori possano giustificare una revisione.

Cosa succede all’atto pratico?

In concreto, il giudice dovrà prima di tutto vagliare le effettive esigenze del figlio nel nuovo Paese: quali sono i costi di vita, le spese di istruzione, la necessità di vitto e alloggio? Non si tratta di un calcolo astratto, ma di una valutazione fondata sulla documentazione concreta.

Parallelamente, andrà appurata la reale situazione economica dei genitori, sulla base dei redditi aggiornati, evitando parametri sorpassati o teorici. Solo così sarà possibile ponderare se e quanto ridurre l’assegno, conservando un equilibrio tra esigenze e risorse.

Cosa dire in definitiva

Il trasferimento del figlio minorenne all’estero impone una riflessione più profonda sulle dinamiche familiari e sulle responsabilità genitoriali in un mondo sempre più globalizzato. Il rapporto di mantenimento, infatti, non può essere visto come un semplice obbligo finanziario statico, ma come un elemento che deve adattarsi a contesti di vita in continuo cambiamento. La sfida sta nel preservare un equilibrio che tenga conto non solo dei bilanci economici, ma anche della necessità di garantire stabilità e continuità affettiva, educazionale e sociale al minore, ovunque egli si trovi.

Questo scenario apre la strada a un ripensamento della genitorialità responsabile, che richiede flessibilità e capacità di dialogo tra i genitori, e al giudice un ruolo non meramente tecnico, ma di vero mediatore di interessi e bisogni. Più che una mera revisione economica, si tratta di immaginare soluzioni concrete che coniughino l’autonomia di scelta educativa del figlio con la sostenibilità reale del contributo genitoriale, evitando riduzioni ingiuste ma anche oneri sproporzionati.

In ultima analisi, la vicenda concreta di un figlio che studia all’estero diventa un’opportunità per riflettere su come il diritto di famiglia possa essere uno strumento di adattamento e tutela efficace, capace di accompagnare i mutamenti sociali senza perdere di vista la centralità del benessere del minore. Solo attraverso una valutazione integrata e realistica delle circostanze si può garantire una tutela giuridica che sia davvero al servizio delle persone, più che della sola lettera della legge.

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