A cura dell’Avv. Maria Luisa Missiaggia e dell’Avv. Antonio Francesca
Il Tribunale di Roma con un decreto dell’aprile 2017 in corso di causa, ha scrutinato il caso di una donna che accusava il proprio ex convivente di tenere una condotta nei confronti dell’unica figlia minorenne improntata a gravi carenze sul piano personale e di adottare comportamenti violenti e/o prevaricatori sulla stessa, tali da creare grave nocumento a sé e alla salute mentale e fisica della bambina. Il padre si costituiva contestando quanto asserito dalla madre e, anzi, rappresentava una realtà diametralmente opposta accusando la madre di denigrarlo falsamente al fine di precostituire le condizioni per poi potere portare con se la minore all’estero.
Il Collegio disponeva apposita consulenza tecnica d’ufficio la quale, pur rilevando la non fondatezza delle accuse che la madre rivolgeva al padre stante i test diagnostici positivi sulla personalità paterna, concludeva comunque per il collocamento della figlia prevalentemente presso la madre, pur in un regime di affido condiviso.
Ebbene il Collegio, contrariamente alle conclusioni peritali, decideva che, per il bene della bambina, la soluzione migliore fosse l’affidamento condiviso della medesima ma con la collocazione prevalente presso il padre nella casa familiare con allontanamento della mamma dall’abitazione e piano di frequentazione speculare a quello paterno sino al tempo adottato.
Il Tribunale altresì incaricava i servizi sociali di seguire entrambi i genitori in un percorso di sostegno alla genitorialità teso anche al recupero della fiducia reciproca e rinviava ad altra udienza per la verifica dell’esecuzione del decreto stesso.
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Il decisum del Tribunale ancora una volta ha evidenziato che, in linea con lo spirito di tutte le recenti riforme, appare essere preminente l’interesse esclusivo (e la tutela) del minore, collocandolo presso il genitore che appare essere il più idoneo a svolgere tale ruolo, a prescindere se sia il padre o la madre, superando e mutando totalmente prospettiva rispetto a formule e canoni che, vigente la vecchia normativa, apparivano non più rispondenti ai mutamenti in atto nella società.
STUDIODONNE è uno studio matrimonialista che tutela entrambi i genitori nell’equilibrio e interesse delle persone di età minore.
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