Quando si parla di accordi futuri fra coniugi si intendono i cd. patti prematrimoniali, divenuti argomento di grande dibattito nel panorama giurisprudenziale italiano.
I patti prematrimoniali sono accordi tra futuri sposi che definiscono in anticipo le conseguenze legali ed economiche di una potenziale separazione o divorzio. Con un contratto (patto) gli sposi regolano molteplici aspetti, come la divisione dei beni o il mantenimento economico. In Italia sono considerati nulli, il matrimonio è un’istituzione sociale con diritti e doveri predeterminati, e di conseguenza i contratti che prevedono condizioni future per la separazione o il divorzio possono essere nulli.
Ma il messaggio in chat potrebbe mai configurare un patto prematrimoniale?
Come è ormai noto a chi si è ritrovato nelle aule dei Tribunali per la propria separazione o divorzio, i messaggi WhatsApp, possono essere utilizzati come prova in un contesto legale. Già la Cassazione, con la sentenza n. 1254/2025, aveva ammesso che i messaggi potessero essere utilizzati come prove documentali, a condizione che fossero riconducibili a un dispositivo preciso e non manipolati.
Per Catanzaro il messaggio in chat vale come un contratto fra coniugi?
Il Tribunale di Catanzaro si è spinto avanti, ritenendo che i messaggi – chat, ad esempio WhatsApp, possono avere valore legale come accordi prematrimoniali o post-matrimoniali in caso di separazione, quando vi è l’impossibilità di formalizzare un accordo scritto. A titolo esemplificativo i messaggi in cui si concorda il pagamento di mutui o la rinuncia al mantenimento possono essere considerati validi e ratificabili dal giudice.
La sentenza del Tribunale civile di Catanzaro n. 1620/2025, viene considerato dai giornalisti un “caso shock”, poiché la chat è stata considerata come un contratto e non unicamente una “prova”. Il giudice in questo caso ha validato l’accordo con cui il marito si impegnava a pagare il mutuo di casa e contestualmente la moglie rinunciava all’assegno di mantenimento. Nello stesso caso, ad avvalorare il messaggio chat in questione, è stata ammessa anche la testimonianza del figlio che ha confermato l’accordo fra i genitori. Ritenuto l’accordo valido ed efficace il tribunale ha revocato il decreto ingiuntivo da 21 mila euro a carico dell’ex marito.
Questa sentenza stabilisce un chiaro principio: i messaggi via chat possono essere considerati prove valide proprio come un contratto.
La vicenda preoccupa gli operatori del settore, poiché, siamo ben a conoscenza della rapidità e superfluità con cui si invia un messaggio in chat, rendendo tale strumento di comunicazione poco chiaro e lontano dalla reale volontà delle parti. In futuro potremmo trovarci difronte ad un elementare “ok”, mentre si è alla guida di una macchina, che viene trasformato in un impegno vincolante? Fa riflettere anche l’utilizzo del figlio a conferma di un fatto che rappresenta unicamente l’interesse dei genitori, dal quale invece dovrebbe essere estraneo.

La Corte di cassazione si è mai espressa sul punto?
Sulla questione del messaggio whatsapp, quale accordo/patto prematrimoniale valido, la Cassazione ad oggi non si è espressa, tuttavia con le recenti pronunce, la giurisdizione italiana ha mostrato una apertura in tal senso. La questione dei patti prematrimoniali e la loro ammissibilità nel sistema giuridico italiano è un argomento di crescente interesse, poiché i patti prematrimoniali non trovano un riconoscimento giuridico diretto nel nostro ordinamento, a differenza di quanto accade in altri paesi anglosassoni.
La Cassazione, con l’ordinanza n. 20415 del 21 luglio 2025 segna una svolta importante rispetto a un orientamento giurisprudenziale precedente che considerava nullo ogni patto prematrimoniale per incompatibilità con il principio di indisponibilità dello status coniugale e delle tutele previste dal diritto di famiglia. Questa sentenza ha quindi segnato una storica svolta ed al contempo ha lanciato un chiaro segno, poiché ha riconosciuto la validità degli accordi prematrimoniali, aprendo il sistema italiano a patti patrimoniali stipulati prima o durante il matrimonio. La conditio sine qua non della validità dei patti è che gli stessi siano che siano equilibrati, non ledano diritti inderogabili (ossia i diritti dei figli) e vengano formulati come contratti atipici attraverso una condizione sospensiva “lecita” come per la separazione o il divorzio. I coniugi possono anticipare solo alcune disposizioni economiche senza però violare norme imperative, ed inoltre non possono stabilire preventivamente sulle questioni relative ai figli o su diritti inderogabili come l’assegno di mantenimento.
