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Per ottenere il rimborso delle spese straordinarie per i figli, basta l’elenco delle spese?

Avvocato, ho sostenuto delle spese straordinarie per mio figlio: libri di testo, visite specialistiche, attività sportive. Ho mandato all’altro genitore un elenco dettagliato di tutti gli esborsi, ma mi ha detto che così non paga e vuole vedere i documenti. Devo davvero fornirli, anche se la somma e la natura delle spese sono chiare?”

È una situazione ricorrente tra genitori separati. Proprio di recente la Cassazione, con la sentenza n. 22522 del 4 agosto 2025, si è pronunciata in modo inequivoco sul tema, segnando un nuovo standard di trasparenza e precisione.

Nel giudizio di separazione o divorzio, il capitolo delle spese straordinarie è spesso fonte di frizione tra le parti: il genitore convivente anticipa oneri per il figlio e pretende, a giusto titolo, che l’altro genitore versi la propria quota. Tuttavia, si sono stratificati approcci diversi: chi ritiene che basti l’elenco dettagliato, chi invece sostiene la necessità di provare l’effettivo pagamento.

Il Codice civile, all’art. 337-ter, valorizza la collaborazione tra i genitori, imponendo il concorso di entrambi nel sostenere le spese che esulano dall’ordinario mantenimento. Tuttavia, la norma resta generica, demandando alla giurisprudenza la definizione delle modalità operative e degli oneri probatori ricadenti sul genitore richiedente.

Le ragioni della Cassazione

La pronuncia della Suprema Corte è chiara: non basta “un elenco, seppur preciso, delle spese affrontate”, ma occorre “rendere disponibili i documenti giustificativi affinché la controparte possa valutare la fondatezza della richiesta”.

Nel testo della sentenza si legge: “Affinché la convenzione omologata integri titolo esecutivo per il rimborso di spese straordinarie è necessario che il genitore creditore abbia, per ciascuna posta, allegato la documentazione che ne attesti la reale sopravvenienza o, quantomeno, messo a disposizione la stessa”.

Questo passaggio cambia la prospettiva operativa: la Cassazione non nega rilievo all’elencazione, che resta utile per chiarezza tra le parti, ma la considera insufficiente come base per una richiesta formale di rimborso o per dare corso ad azioni esecutive. In altre parole, l’ex coniuge ha pieno diritto di pretendere ricevute e giustificativi delle somme spese, proprio per evitare richieste generiche o prive di riscontro oggettivo.

Non si tratta soltanto di un tecnicismo: la documentazione previene contestazioni e agevola quella “dialettica collaborativa” che la Cassazione stessa richiama quale fondamento del principio di bigenitorialità anche dopo la crisi coniugale.

Per ottenere il rimborso delle spese straordinarie per i figli, basta l’elenco delle spese?
Per ottenere il rimborso delle spese straordinarie per i figli, basta l’elenco delle spese?

Profili pratici e applicativi

Questa sentenza, accogliendo un orientamento ormai costante, invita i genitori a conservare con cura ricevute e fatture per ogni spesa straordinaria. Un semplice riepilogo, per quanto minuzioso, non potrà essere considerato sufficiente dal giudice, specie quando si giunga a una procedura di recupero forzoso.

È opportuno, dunque, mettere a disposizione dell’altro genitore, già dalla richiesta di rimborso, ogni giustificativo utile: in caso contrario, ci si espone al concreto rischio di vedersi rigettata la domanda.

Da notare, infine, che per talune tipologie di spesa, come iniziative straordinarie o attività non strettamente necessarie, la Corte suggerisce anche di documentare il previo accordo con il genitore non convivente. Una prassi, questa, che tutela entrambe le parti da rivalse e fraintendimenti.

 

 

Verso una gestione più trasparente e responsabile

L’ultima parola della Cassazione si inserisce in una tendenza che privilegia trasparenza e correttezza reciproca. Se ci si limita a elencare gli esborsi, si rischia di alimentare recriminazioni e incomprensioni; mettere invece subito a disposizione la documentazione necessaria favorisce la cooperazione e migliora la gestione dei rapporti post-separazione.

In fondo, la sentenza n. 22522/2025 valorizza una responsabilità condivisa e consapevole: la linearità e la precisione negli adempimenti evitano conflitti e riducono il ricorso al giudice, lasciando al diritto lo spazio per essere non solo uno strumento di tutela formale, ma anche di autentico equilibrio nei rapporti familiari. Tale equilibrio, conquistato sul campo e nella quotidianità, si rivela spesso più efficace di mille clausole, proprio perché fondato sulla fiducia reciproca e sulla dimostrabilità concreta di quanto si fa nell’interesse dei figli.

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