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Assegno di divorzio…. Tutto potrebbe cambiare nuovamente!

È al vaglio del Governo un nuovo disegno di legge presentato dalla presidente della Commissione giustizia alla Camera Donatella Ferranti, che mira a fare chiarezza sulle complessità emerse dopo la storica sentenza della Cassazione dello scorso maggio. La Suprema Corte aveva stabilito che l’assegno divorzile non avrebbe dovuto più essere commisurato al tenore di vita in costanza di matrimonio: da allora diverse pronunce contrastanti tra loro hanno reso il quadro estremamente caotico.

Tutto è iniziato con la sentenza n. 11504/2017 della Corte di Cassazione, sentenza che il 10 maggio scorso ha mutato completamente l’indirizzo degli ultimi decenni e ha slegato l’assegno divorzile dal tenore di vita di cui il coniuge godeva durante il matrimonio. Stop improvviso, dunque, a tutti quei in cui l’assegno diventava una sorta di mantenimento a vita per il coniuge economicamente più debole, anche se già in grado di provvedere al proprio sostentamento giornaliero.

Questo, almeno, in teoria. Nella pratica la sentenza della Cassazione, non coadiuvata da una legge dello Stato, ha portato a una grossa confusione.  Al fine di fare chiarezza la Presidente della Commissione Giustizia, l’onorevole Donatella Ferranti ha proposto la modificare l’art. 5 della legge sul divorzio, che regola il mantenimento per l’ex coniuge.  Una nuova normativa che darebbe sostanza a quanto espresso dalla sentenza della Cassazione e dalla più recente giurisprudenza, e che allo stesso tempo eviterebbe il sorgere di applicazioni troppo stringenti della disciplina sia in un senso che nell’altro.

Per far questo è ovviamente necessario che vengano stabiliti nuovi parametri chiari ad esempio, le condizioni economiche in cui versano i coniugi alla fine del matrimonio, la durata del matrimonio, il contributo dato da ciascuno alla conduzione familiare e alla formazione del patrimonio, il reddito di entrambi, l’impegno di cura personale dei figli – che consentono di valutare la situazione effettiva e concreta in cui si trovano i due divorziati. C’è poi la grande novità della durata dell’assegno, nel senso che il tribunale può disporre che l’aiuto economico sia, per così dire, a tempo. Significa che l’assegno può avere una durata predeterminata.  Se il coniuge che lo chiede è in una situazione di reddito ridotto per ragioni contingenti o superabili, perché l’assegno dovrebbe essere permanente? Francia e Spagna, paesi a noi vicini per cultura e tradizione giuridica, hanno già adottato disposizioni analoghe.

A cura dell’Avv. Maria Luisa Missiaggia e della Dottoressa Vanessa Bellucci.

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