Salve avvocato, vorrei avere un chiarimento. Sono un uomo separato e verso mensilmente il mantenimento alla mia ex moglie. Lei ha scelto di lavorare part-time anche se ben potrebbe lavorare a tempo pieno, incrementando così il suo reddito. Ha diritto ancora all’assegno?
La domanda che ci ha posto il nostro cliente ci dà modo di esaminare quanto disposto dalla Corte di cassazione, Sezione I civile, nella recente ordinanza del 28 febbraio 2024, n. 5242, con la quale la stessa ha affermato che, la moglie che sceglie di continuare a lavorare part-time, pur essendo laureata, non ha diritto al mantenimento.
Cosa prevede la legge
L’obbligo di mantenimento tra ex coniugi è regolato dal nostro codice civile dall’art. 156 (“Effetti della separazione sui rapporti patrimoniali tra i coniugi”), il quale stabilisce che dopo la separazione o il divorzio, un coniuge può essere tenuto a fornire un assegno di mantenimento all’altro, se quest’ultimo non dispone di mezzi adeguati o non può procurarseli per ragioni oggettive.
Tali ragioni oggettive possono riguardare, problemi di salute, età o altre condizioni personali che impediscono fattivamente ad un coniuge di lavorare.
Il caso
Nel caso di specie, sia il giudice di primo grado che la Corte d’Appello escludeva che la donna, assegnataria della casa coniugale, avesse diritto all’assegno di mantenimento in suo favore, considerando che la stessa aveva ormai la possibilità, stante la maggiore età dei figli, di incrementare con orario pieno il proprio stipendio e di poter avanzare da un punto di vista professionale, migliorando così il proprio reddito, mettendo a frutto la laurea conseguita.
La donna, così, proponeva ricorso per Cassazione, la quale rigettava le motivazioni della ricorrente.
La decisione della Corte
La prima sezione civile della Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, rigettando il ricorso della donna, la quale insisteva per il mantenimento dopo la separazione, nonostante la stessa avesse deciso di lavorare part-time, pur potendo impegnarsi a tempo pieno dopo che i figli erano cresciuti e diventati maggiorenni, afferma che “in sede di separazione, non spetta l’assegno di mantenimento alla moglie che svolga un’attività lavorativa sia pure part-time con retribuzione ridotta, considerato che può sempre aumentare l’orario incrementando la retribuzione”.
Inoltre, “la moglie avendo ricevuto la casa familiare ove vivere insieme ai figli, ha visto colmato il preesistente squilibrio economico con il marito che ha dovuto prendere in affitto un appartamento dove abitare”.
Conclusioni
In conclusione, la questione che lei ha sollevato è rilevante e comune in molti casi di separazione e divorzio, specialmente quando si tratta di valutare la misura del sostegno economico da parte di un coniuge all’altro.
La legge sicuramente fornisce una guida su come gestire situazioni in cui un coniuge opra per un impiego part-time piuttosto che a tempo pieno.
Se la sua ex moglie ha scelto di lavorare part-time senza una legittima giustificazione (come, ad esempio, una limitazione di salute o la necessità di curare i figli minori), e se ci sono concrete opportunità di lavoro a tempo pieno che lei potrebbe ragionevolmente accettare, potrebbe essere possibile una revisione dell’assegno di mantenimento.
ben potendo invece aumentare la ore di lavoro e, quindi, la sua retribuzione, e se ci sono concrete opportunità di lavoro a tempo pieno che lei potrebbe accettare, potrebbe essere possibile una revisione dell’assegno di mantenimento.
Questa decisione dipenderà da una valutazione dettagliata delle circostanze economiche e personali di entrambi i coniugi.
Per modificare le condizioni dell’assegno di mantenimento, dovrà presentare una richiesta al Tribunale, documentando le condizioni di mercato e le opportunità di lavoro, nonché la situazione economica di entrambi i coniugi.
Sarà essenziale dimostrare che la scelta di lavorare part-time è una scelta senza solide giustificazioni e che vi sono opzioni a tempo pieno.
E’ fondamentale, in questi casi, consultare un legale specializzato in diritto di famiglia che possa fornirle una consulenza per il suo caso, valutando tutte le informazioni del caso e che può assisterla nel processo di revisione dell’assegno di mantenimento.