Nell’ultimo periodo ha spopolato il caso calcioscommesse con Fabrizio Corona che, attraverso il suo portale giornalistico, ha cominciato a rendere pubblici i nomi di quei calciatori che, secondo il suddetto Corona, avrebbero illegalmente scommesso sul calcio.
Perché è particolarmente importante specificare che le scommesse riguardassero partite di calcio? Perché è bene differenziare la Giustizia ordinaria Penale, che in questo caso fa riferimento all’articolo 4 della legge 401 del 1989 (articolo riferito proprio all’ “Esercizio abusivo di attività di giuoco o di scommessa”) che al terzo comma stabilisce: “Chiunque partecipa a concorsi, giuochi, scommesse gestiti con le modalità di cui al comma 1, fuori dei casi di concorso in uno dei reati previsti dal medesimo, è punito con l’arresto fino a tre mesi o con l’ammenda da lire centomila a lire un milione”, dalla Giustizia Sportiva, per la quale ci si riferisce all’articolo 24 del Codice di Giustizia Sportiva che vieta espressamente ai calciatori, ai tesserati e ai membri dell’ordinamento federale di effettuare o accettare scommesse, direttamente o indirettamente, in ambito calcistico e che aggiunge: “per i soggetti dell’ordinamento federale, per i dirigenti, per i soci e per i dirigenti delle società la sanzione della inibizione o della squalifica non inferiore a tre anni e dell’ammenda non inferiore ad euro 25.000,00”. È, dunque, chiaro come, per un calciatore, sia infinitamente più impattante, a livello di carriera, una squalifica di tre anni rispetto ad una semplice ammenda da un milione di lire (500€). È però possibile ottenere una pena ridotta in questi casi attraverso il patteggiamento. Nel caso in cui si patteggi prima del deferimento si avrà, infatti, uno sconto della pena del 50%, se tra il deferimento e la prima udienza si avrà uno sconto di un terzo; inoltre, saranno considerati dalla Procura anche altri fattori, tra cui la collaborazione dell’indagato o altre cause che si possono ritenere attenuanti.
I tre nomi che, al momento, sono indagati dalla Procura di Torino sono quelli di Fagioli, Tonali e Zaniolo. Nicolò Fagioli è stato il primo ad ammettere di aver scommesso sul calcio e ad autodenunciarsi alla Procura, scegliendo la strada del patteggiamento, collaborando e sostenendo la tesi della ludopatia (vuoi saperne di più sulla ludopatia? Leggi anche – https://studiodonne.it/2020/07/06/esclusione-di-imputabilita-per-ludopatia/#:~:text=La%20ludopatia%20viene%20dunque%20perfettamente,considerare%20il%20ludopatico%20come%20incapace. ) e, dunque, della sua completa dipendenza da qualsiasi tipo di gioco d’azzardo e della completa incapacità di smettere senza un aiuto esterno. Grazie a questo è riuscito ad ottenere una sospensione dall’attività sportiva di “solamente” 7 mesi, decisamente inferiore rispetto al minimo di 3 anni che prospetta l’articolo 24. Ancora in corso, invece, gli accertamenti per quanto riguarda Tonali e Zaniolo; Tonali ha seguito l’esempio di Fagioli ed ammesso le sue colpe e si prospetta per lui una sanzione di circa 10 mesi di squalifica, mentre Zaniolo ha dichiarato di aver solamente utilizzato le piattaforme di scommesse illegali per il black jack ed il poker, sostenendo, dunque, il non configurarsi dell’illecito sportivo.
E che cosa succede per tutti gli altri nomi fatti da Corona che non sono indagati o che dovessero risultare completamente estranei alla vicenda?
Vi sono stati diversi calciatori il cui nome è stato fatto da Fabrizio Corona che si sono immediatamente dichiarati estranei alla vicenda ed anche, com’è ovvio che sia, particolarmente infastiditi dalle accuse ricevute. Nei confronti dell’ex fotografo dei Vip, infatti, è stato recentemente aperto un fascicolo di indagine da parte della Procura di Milano per diffamazione aggravata a seguito delle querele presentate da Nicolò Casale e Stephan El Shaarawy.
Resta da vedere come si evolverà questa intricata situazione e quali implicazioni avrà sul mondo del calcio italiano.